Il disturbo depressivo è una vera e propria malattia invalidante che nella maggior parte dei casi ha un forte impatto sulla vita affettiva e lavorativa dei pazienti. La diagnosi si basa sulle esperienze auto-riferite dal paziente, o su esperienze riportate dai parenti o dagli amici. Il momento più comune di esordio è tra i 20 e i 30 anni, con un picco tra i 30 e i 40 anni. Nella maggior parte dei casi i pazienti sono trattati con farmaci antidepressivi e spesso, in maniera complementare, anche con la psicoterapia. La comprensione della natura e delle cause della depressione si è evoluta nel tempo, anche se è tuttora considerata incompleta. Le cause proposte includono fattori psicologici, psicosociali, ambientali, ereditari, evolutivi e biologici. Un uso a lungo termine e l'abuso di alcuni farmaci e/o sostanze, è noto per causare e peggiorare i sintomi depressivi. La maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui neurotrasmettitori monoamine come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina, che sono naturalmente presenti nel cervello per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose. Le linee guida raccomandano che tutti i pazienti che ricevono antidepressivi per depressione maggiore siano monitorati per segni di attivazione comportamentale anomale o accelerazione psicomotoria, e inoltre incoraggia i medici a pensare alla possibilità di caratteristiche miste in tutti i pazienti con depressione. L’attività formativa vuole aiutare la classe medica a riconoscere i vari tipi di depressione, e supportare il medico nel trattamento e gestione dei pazienti che soffrono di sintomi depressivi.